
In questo articolo del mio blog scopriremo insieme le considerazioni e le accortezze da mantenere negli esercizi di ginnastica posturale per la scoliosi dei soggetti adulti.
La scoliosi è una deformazione della colonna vertebrale che può presentarsi con molteplici livelli di gravità.

Quest’ultima viene calcolata da un medico specialistico che valuterà i gradi angolari delle vertebre (gradi di Cobb), così da comprendere in che modo agire a seconda della tipologia del problema e quale sia la terapia più adeguata tra ginnastica correttiva, fisioterapia, corsetti ortopedici o intervento chirurgico.
Oggi ci focalizzeremo sulle tipologie minori della scoliosi dell’adulto (non oltre ai 30°Cobb), in fase non dolorosa, e vedremo quali caratteristiche devono avere gli esercizi di ginnastica correttiva/posturale.
Prima di andare nel dettaglio degli esercizi ricordiamo che una deformazione del rachide comporta un accorciamento di alcuni tessuti o retrazioni muscolo legamentose.
Se in linea generale si raccomanda sempre ad ogni persona di fare ginnastica perché fa bene alla salute e mantiene in forma il sistema muscolo scheletrico, a maggior ragione nelle persone con deviazioni rachidee bisognerà intervenire con una ginnastica più mirata. Attenzione, nella ginnastica per la scoliosi dell’adulto l’obiettivo è:
- Non aggravare la sintomatologia
dolorosa che una retrazione muscolo legamentosa potrebbe comportare; - Riequilibrare le tensioni
muscolari e riallungare quei muscoli che per varie ragioni sono
diventati tesi, rigidi e retratti. - insegnare al soggetto un postura
di compensazione; - apprendere posizioni antalgiche da
assumere nelle fasi più dolorose.
Inoltre, la sana abitudine di eseguire
una ginnastica di tipo posturale mirata comporterà negli anni il non
accentuarsi delle curve scoliotiche che con l’avvicinarsi all’età
senile tende a diventare fisiologica.
È opportuno evidenziare che gli
esercizi di ginnastica posturale fanno leva sulla costanza e la
determinazione delle persone, ed è questo il motivo per cui sono
spesso visti come un intervento poco efficace da parte di molti
professionisti del settore; questi ultimi hanno la tendenza a
ritenere che le persone non saranno mai così ligie da auto
disciplinarsi mantenendo la costanza di una sana routine quotidiana
come la ginnastica fatta tutti i giorni.
Un’altra categoria di persone che tende a ritenere inefficaci gli esercizi di ginnastica posturale sono tutte quelle che affermano di aver fatto sport per una vita ma i loro mal di schiena sono peggiorati. L’errore è che spesso si è soliti fraintendere tra esercizi ginnici e sport, che in realtà rimandano a due concetti diversi (es. sento mal di schiena e decido di intraprendere un’attività sportiva come la corsa).
Ciò porta all’idea che la ginnastica non sia fortemente efficace in quanto non restituisce le stesse sensazioni dello sport. Quindi, partiamo dal presupposto che se ci si impegna in un percorso di rieducazione posturale la prima nozione da imparare è che bisogna essere costanti e metodici nel somministrare questa “medicina” tutti i giorni anche più volte al giorno, e che lo scopo primario è diminuire o eliminare i fastidiosi dolori di schiena che ci accompagnano durante la quotidianità.
Gli Esercizi
In questo articolo non potrò di certo mostrarvi tutti gli esercizi che ci sono dietro ogni tipologia di scoliosi, con le loro svariate differenze in base alle persone, alle ampiezze delle curve e alle aree del corpo più rigide. Possiamo comunque vedere le raccomandazioni generali che bisogna osservare quando andiamo a fare degli esercizi mirati alla scoliosi di un adulto.
Come prima cosa quando parliamo di sistema muscolo scheletrico dobbiamo immaginare un unico tessuto formato da catene muscolari. Non bisogna pensare di agire sul singolo muscolo ma sempre su tutto il corpo.
Gli attuali metodi di rieducazione posturale si basano su questo concetto e ne sono un esempio il metodo Pilates, il metodo Mézières e il metodo Raggi. Il secondo aspetto importante da sapere è che possiamo agire sulla postura in due modi: a) con movimenti o manovre (esercizi attivi), b) con posizioni statiche di scarico (esercizi passivi).

Accortezze per la corretta esecuzione degli esercizi con movimenti:
- Prediligere esercizi con contrazioni isometriche (statiche) e con contrazioni eccentriche (di allungamento) che vadano a migliorare non solo il tono muscolare ma la qualità del movimento.
- Esercitarsi il più possibile di
fronte ad uno specchio in modo che ci si possa osservare per auto
correggesi e cercare di mantenere la postura corretta nei movimenti.
- Lavorare sull’allungamento
assiale della colonna. Immagina di crescere verso l’alto
visualizzando una linea retta. Questa sensazione la dobbiamo
ricercare nella maggior parte egli esercizi.
- Usare più tecniche respiratorie
durante l’esecuzione degli esercizi. Sul respiro bisognerà
diventare davvero bravi nel sapere distinguere e gestire almeno le
due respirazioni principali (respirazione costale e respirazione
diaframmatica) e saperle utilizzare in base alla dinamica
dell’esercizio in modo che agevoli o amplifichi l’efficacia
della manovra che si sta realizzando.
- Non lavorare sull’allungamento solo dal lato più retratto. L’80% degli esercizi è meglio strutturarli con movimenti del corpo simmetrici. E’ consigliabile dedicarsi allo stretching da entrambi i lati del busto o su entrambi gli arti, soffermandosi più tempo sulla regione muscolare più rigida. Questo vale anche per il lavoro di rinforzo muscolare sul lato più debole.

- Dedicarsi sempre alla mobilità delle spalle e delle anche, qualsiasi scoliosi sia. Queste articolazioni godono di ampia apertura nei movimenti e influiscono molto sull’assetto della colonna; si possono ottenere notevoli miglioramenti lavorando più su spalle e anche rispetto ad un lavoro focalizzato solo sulla colonna vertebrale. I miglioramenti così ottenuti porteranno ad una maggiore adattabilità nel trovare una postura di compensazione per un assetto più equilibrato.
- Prediligere esercizi
propriocettivi per riappropriarsi della percezione della propria
postura. Un grande esempio sono le tavolette instabili sulle quali
poggiare entrambi i piedi. In questo modo avviene una vera e propria
“riequilibratura” dello scarico del peso del corpo.
- Per il lavoro sugli arti utilizzare più spesso esercizi di riallineamento. Ne sono un esempio le “gambe a ranocchia”, ovvero ginocchia aperte con le piante dei piedi unite assicurandosi di avere la linea di congiunzione dei piedi in linea con il pube applicando spinte attive con gli arti (lavoro a catena cinetica chiusa), oppure molti esercizi in posizione quadrupedica; qui il pavimento farà da vincolo e da piano di riferimento.
Nelle posizioni statiche di scarico occorre considerare:
- Aver chiara la tipologia di
scoliosi in modo che la posizione stessa assunta con il peso del
corpo e il rilassamento muscolare possa risultare distensiva sui
muscoli e tendini retratti.
- Nella realizzazione delle pose più idonee è necessario la collaborazione con un professionista che guidi la persona. Conoscere le posizioni che si studiano sui manuali non basta. L’allievo e professionista devono interagire e il primo deve fornire feedback al secondo relativi alle sensazioni che percepisce in una data posizione; di conseguenza il professionista valuterà se modificare la posizione con variazioni più o meno intense.

- Nella maggior parte dei casi in
queste posizioni ci si percepirà “storti”. Quando si realizza
la posizione corretta le prime volte viene percepita scorretta.
Questo perché si è abituati a percepirsi dritti nella postura di
compensazione errata.
- Nel mantenere queste posizioni la respirazione risulta fondamentale con ruolo meccanico e fisiologico: meccanico perché quando respiriamo espandiamo il torace mobilizzando costole e vertebre, fisiologico perché si ripercuote sulla psiche, sul rilassamento dei muscoli e sull’ossigenazione del sangue.

- La respirazione da prediligere quando si è fermi in una posizione è quella con la “pancia” chiamata diaframmatica, questo perché ci consente di andare a distendere il diaframma, i muscoli dell’addome e di conseguenza la colonna. Per distendere quest’ultima possiamo lavorare in particolare sulla respirazione diaframmatica “paradossa”, chiamata così perché richiede un movimento opposto a ciò che avviene in modo naturale-automatico. Si tratta di far uscire la pancia rilassata mentre si fa uscire l’aria; la parte difficile è far uscire la pancia senza contrarre la schiena a l’addome stesso. Viceversa si tende a prediligere la respirazione costale quando è necessario che i muscoli addominali rimangano attivi.
Questo è solo il primo di una serie di approfondimenti dedicati alla scoliosi, una delle tematiche più calde e richieste.
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